Il concetto che abbiamo di noi stessi inizia a crearsi già dai primi mesi di vita, a partire dalle prime relazioni. Costruiamo, infatti, le prime percezioni di noi dal modo in cui gli altri ci percepiscono e dal modo in cui ci percepiamo nel rapporto con gli altri.
Le risposte da parte delle figure significative dell'infanzia rispetto alle iniziative del bambino costituiscono la base per le sue aspettative future nella relazione con il mondo. In rapporto alle diverse esperienze di sé con gli altri, che in seguito si integrano in funzione dei ruoli ricoperti nella società allargata, si crea la propria identità che tende successivamente ad autoconfermarsi, assumendo una certa stabilità, infatti, ciò che pensiamo di noi stessi influenza il nostro comportamento e quindi innesca specifiche reazioni da parte degli altri. Un bambino che rappresenta se stesso come degno di amore e di importanza e gli altri come rispondenti ai suoi bisogni, da adulto si comporterà di conseguenza, sicuro di ricevere amore e supporto nelle relazioni. Se c'è stata una cattiva sincronizzazione tra le risposte del bambino e del genitore, (forse per una difficoltà del genitore ad interagire col bambino a causa di propri problemi o un periodo critico) il bambino può rappresentarsi come non degno di attenzioni e costruire un'immagine negativa di sé che successivamente tenderà a confermarsi nelle relazioni successive.
In questo modo se una persona si forma un concetto di sé negativo tenderà a confermarlo rimanendo intrappolato in un sistema che si autoalimenta, creando una serie di profezie che si autoavverano; questa è la base su cui si possono costruire problemi nelle relazioni, come le continue delusioni nelle storie d'amore, la tendenza ad isolarsi o la difficoltà ad aprirsi e comunicare le proprie emozioni. Per esempio, un'eccessiva timidezza nelle relazioni può essere legata ad un concetto negativo di sé (non mi merito di essere considerato) e ad aspettative negative verso le risposte degli altri (mi rifiuteranno, mi derideranno) che portano all'isolamento o ad approcci sociali maldestri destinati a fallire. Oppure, la convinzione di non essere degno di amore e rispetto può essere trasmessa al partner il quale ci tratterà di conseguenza, confermando la nostra aspettativa ("anche lui si accorge che non valgo").
Lo psicoterapeuta può aiutare l'individuo ad osservarsi nelle relazioni e divenire consapevole del messaggio che da di sé, in modo da poter accedere al proprio concetto profondo di sé per cambiarlo.